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MASTERCHEF 11: Le selezioni ci possono dire qualcosa sul percorso dei concorrenti? - Parte 1

Bentornati su Masterchef Analytics! E' passato quasi un mese dall'ultimo articolo, ma siamo tornati più forti di prima con un'analisi dedicata alle selezioni dell'ultima stagione di Masterchef!

Il titolo dell'articolo è già abbastanza esplicativo (grazie alla mia innata capacità di sintesi👀😂), ma approfondisco: l'obiettivo di questa analisi è quello di cercare di capire se le selezioni possono essere fortemente (o meno) indicative del percorso che ciascuno dei 20 concorrenti di Masterchef 11 ha avuto nel corso della stagione. Per "selezioni" si intende il primo incontro del concorrente con i giudici, in cui porta il piatto preparato dopo la spesa di 5 minuti. Quello, quindi, che ci viene mostrato nelle puntate 1 e 2, cioè "l'introduzione" di ogni concorrente al pubblico e ai 3 chef. Non si terrà in considerazione ciò che succede nella fase successiva delle selezioni, ovvero nelle puntate 3 e 4, che definiscono la masterclass. Questa Analytics vuole prendere in considerazione solo la PRIMA IMPRESSIONE, per capire se essa può essere utile a capire dove l'edit di ciascun concorrente va a direzionarsi.

Ho deciso di dividere tale analisi in due parti: in questa prima mi occuperò dei primi 10 concorrenti mostratici cronologicamente nelle selezioni, nella seconda parte (che uscirà indicativamente settimana prossima) mi occuperò degli altri 10. Cominciamo subito!

  1. Polone: il primo concorrente che ci viene mostrato nelle selezioni è Polone, buttafuori di Anzio. Nel colloquio con i giudici, emerge subito la sofferenza nel suo passato ("ho subito bullismo perché ero il più cicciotto"). Nel racconto, Polone si emoziona ("fa male rivivere queste cose"), nel suo lavoro c'è anche un po' di riscatto rispetto al difficile passato ("sorridi quando vedi ora i tuoi bulli"). Riceve tre sì dai giudici: sembra una storia interessante, destinata a trovare spazio nella Masterclass. In effetti sarà così: Polone si mostra immediatamente come una delle figure maggiormente approfondite dall'edit; abbiamo lo scontro con Federico nel primissimo Invention (in cui non esce così male) e poi abbiamo l'emergere dei due "Poloni", quello positivo e quello negativo. La sua storyline è incentrata proprio su questo: quando il "Polone negativo" è presente, i risultati sono modesti e l'ansia e la rabbia prevalgono, mettendocelo in cattiva luce anche nel rapporto con gli altri (emerge sicuramente come "lupo solitario"). Il brevissimo momento in cui si palesa in piena forma il "Polone Positivo" è invece quando il laziale riesce a mostrare di che pasta è fatto, facendosi apprezzare da giudici e compagni. E' però un momento fugace e minoritario rispetto al racconto complessivo, che ce lo presenta spesso nella sua veste negativa: tanti sono i momenti di rabbia e tensione, meno quelli positivi.                                                                            Il suo racconto è perciò coerente con quello che abbiamo visto nella prima selezione? Meh. Sicuramente è emersa una parte emotiva, ma non quella che abbiamo visto nel suo toccante racconto personale. Si è invece giocato di più sullo scontro tra i due "Poloni", abbandonando un suo approfondimento rispetto a quello che ci è stato presentato la prima volta.
  2. Anna: la nutrizionista di Codigoro riceve un edit, fin da subito, piuttosto superficiale. Nella sua selezione, è centrale la sua idea di cucina sana, che sarà l'unico filone seguito nel suo (non) racconto nella Masterclass. C'è lo "scontro" con Cannavacciuolo, che è sicuramente ascrivibile a un momento divertente rispetto che a un vero e proprio scontro. In questo caso, direi che la selezione è stata una buona prova di quello che sarebbe successo all'emiliana nella Masterclass: pochi confessionali, nessuna storyline e uscita prematura per Anna, mai del tutto presa in considerazione dalla camera di montaggio.
  3. Christian: 20 anni, studente di ingegneria chimica alimentare, Christian ci viene presentato subito come un ragazzo che affronta una sfida personale ardita all'interno di Masterchef: quella di far fronte agli ostacoli dovuti alla sindrome di Asperger. In maniera toccante, il 20enne di Bosconero racconta di come l'Asperger lo ponga di fronte a molte difficoltà (far fatica a parlare con gli sconosciuti, la goffaggine nei movimenti in situazioni di ansia), ma ci confida anche che all'inizio non voleva venire nel programma, ma poi si è convinto nel momento in cui ha capito che lui poteva essere la "bandiera" per tutti coloro che hanno l'Asperger, che non è una colpa e non è un motivo per cui vergognarsi. In questo caso, le selezioni prefigurano perfettamente quello che accadrà nella Masterclass: il piemontese parte un po' in sordina, ma pian piano emerge il talento che lo spedirà diretto nella puntata finale. Con il passare degli episodi, Christian compie un viaggio in cui riesce, passo dopo passo, a venire a capo di tutte le difficoltà dovute all'Asperger e agli ostacoli proposti dalla gara. Il 20enne non migliora solo dal punto di vista culinario, ma riesce a crescere anche personalmente nel gestire la sua Asperger, mostrando che essa non è affatto un ostacolo quando il talento e la perseveranza sono presenti. Direi che le selezioni ci hanno detto molto questa volta.
  4. Tina: la 39enne di Piacenza corre subito un rischio importante, riproponendo un piatto di Chef Barbieri. La sua storia ci viene mostrata come molto sofferta (è madre di due figli separata, si sente spesso in difetto anche per colpa dell'ex e giudicata dagli altri); tuttavia, emerge una donna forte, che si è saputa adattare alla nuova situazione: Locatelli sente però una mancanza di passione (e le dà un "no"), mentre Barbieri sottolinea la sua "sfrontatezza", nel non aver paura di essere giudicata. Dalle selezioni, Tina non approfondirà eccessivamente la sua storia: ritornano alcuni elementi dal primo dialogo con i giudici (nel suo non sentirsi all'altezza e nel sentirsi "non accettata") ma il suo focus nella Masterclass sarà il suo scontro con Lia. Le selezioni, quindi, le hanno dato un buono spazio, che secondo me non è stato sfruttato granché nell'edit.
  5. Rita: selezione molto corta per la siciliana (che è in una "tripletta" assieme ad altre due concorrenti che poi non entreranno), dove emerge la sua emozione davanti a Cannavacciuolo, per lei ispirazione in cucina. Locatelli dice che in lei vede un potenziale Masterchef. All'interno della Masterclass avrà tuttavia poco spazio, non riuscendo ad approfondire nessun aspetto della sua personalità se non quella dell'ansia nell'episodio in cui verrà eliminata. Insomma, in questo caso mancavano le "fondamenta" di una selezione, in cui non c'era nulla di sostanzioso; il suo percorso non è stato lungo abbastanza da svilupparla doverosamente.
  6. Elena: presentataci come la "casalinga viaggiatrice", racconta la sua storia su toni piuttosto leggeri e divertenti. Si mostra insicura sul piatto che ha presentato dinanzi a Cannavacciuolo (le dirà infatti di no perché il piatto non le somiglia); tuttavia, appare determinata nel voler andare avanti ("a 55 anni pensavo di essermi fermata, voglio fare un altro passo"). Nella Masterclass, Elena diventa il centro emotivo della prima parte (abbondante) della stagione: impariamo a conoscere la donna di Lido Adriano attraverso tutto il range di emozioni che dimostra di possedere nei diversi momenti, oltre a essere la più "giocosa" con i giudici (specialmente con Barbieri). E' una selezione che sicuramente non ci fa presagire che Elena possa ricoprire un ruolo così importante nel corso della stagione, "nascondendola" sotto l'egida di "quella divertente". Un'ottima mossa per farla emergere nella Masterclass con la tripletta iniziale e poi con il suo sviluppo personale.
  7. Lia: potrà sembrare strano visto il percorso di Lia, tuttavia la veneta riceve una selezione piuttosto corta e blanda. La banchiera di Bardolino fa presente di avere un marito "criticone", racconta della sua passione per i dolci e le viene detto che il suo piatto ha un guizzo. Stop. C'è poco da dire della sua selezione: è come se ci volessero indicare che Lia sarà un personaggio secondario all'interno dell'11° edizione, tanto che io temevo uscisse in 18°/19° posizione prima dell'inizio delle prove nella Masterclass. E' stato sicuramente intelligente da parte degli editor tenercela "low profile" nelle selezioni, in modo che la sua esplosione risultasse più "esplosiva" e rumorosa dopo il suo successo nelle prove della competizione.
  8. Carmine: la selezione di Carmine è uno dei "classiconi" di Masterchef. Ragazzo giovanissimo, con la passione per la cucina, costretto dai genitori a non intraprendere la strada della cucina (vedi Luisa MC1). Ci sono però un po' di elementi interessanti da aggiungere: oltre al fatto di dimostrare a tutti che lui la pasta per fare il cuoco ce l'ha, Carmine trasmette fin da subito un messaggio di inclusione nella sua cucina ("vorrei elaborare un concetto culinario che concili tutte le cucine del mondo" + chiama il piatto "il mondo che vorrei", un "mondo che includa tutti, senza differenze"). Barbieri dice che Carmine "ha la stoffa" e che bisognerà "dimenticarsi di Carmine per 2 mesi e mezzo, perché questo ragazzo...": lasciando incompleta la frase, lo Chef Bruno ci dà inconsciamente un indizio per quello che sarà il percorso trionfale del giovane campano all'interno della Masterclass. Una storia di crescita, condita di umiltà e di voglia di mettersi in discussione, che lo porterà a essere designato come un "genietto" da compagni e giudici e lo trascinerà fino alla puntata finale dell'11° stagione. Le selezioni ci danno perciò un primo ritratto molto accurato di Carmine, presentato come una "tela bianca" che poi si arricchirà di tanti colori durante il suo percorso a Masterchef 11.
  9. Dalia: Dalia ci racconta che è a Masterchef perché la cucina è per lei irrinunciabile, in quanto le dà benessere. E' figlia di uno dei primi chef stellati in Italia, Locatelli fa notare come lei voglia creare, attraverso la cucina, una "legacy". Racconta la sua storia di viaggi, che giustifica la scelta della sua anatra francese. Nell'assaggio, Dalia appare come piuttosto severa con sé stessa ("se il piatto non viene bene me ne vado da sola" + "devo smettere di parlare e lavorare di più"). Gli chef, nel giudizio finale, esaltano il lavoro della torinese: "aspiri alla perfezione in quello che fai, ma nella tua perfezione mi hai emozionato" dice Locatelli; "puoi riaccendere la stella di tuo padre" afferma Cannavacciuolo. Insomma, una selezione con tutti gli elementi più importanti dentro per Dalia: storia personale ben esposta, piatto ottimo, prospettive strepitose per fare bene. Diciamo che, nella Masterclass, questi propositi si realizzeranno a metà: Dalia appare come una di quelle da battere fin dall'inizio, collezionando grandi complimenti per i piatti. Inoltre, il suo personaggio si arricchisce di sfumature in ogni circostanza, designandoci una perfetta candidata per la top-3. Invece, quando tutti meno se lo aspettavano, la piemontese cade in top-10 su un pressure a base di fritto, lasciando incomplete le sue alte aspettative delle selezioni. Insomma, gli editor ci hanno tenuto a costruire un personaggio importante per coglierci totalmente impreparati a una sua eliminazione prematura. Bravi loro.
  10. Bruno: entra come il "diavolo" opposto a un concorrente "santo" in quanto prete (che poi non entrerà). Una selezione piuttosto leggera, in cui Bruno racconta di come a Londra, quando era giovane, non lavorava mai nel ristorante dei suoi genitori per dedicarsi a una rock-band. Emerge il suo amore per la musica, che lo accomuna fin da subito a Locatelli. Un tema ricorrente fin dall'inizio è il suo "non capire" che comincia proprio nelle selezioni, quando il buon Bruno non apprende il sì di Cannavacciuolo. Delle selezioni, direi che il percorso di Bruno ha le stesse "vibes": lui sarà il comic relief della stagione, ruolo incentrato proprio sul suo "non capire", che è elemento di sfottò per i giudici.
Per oggi abbiamo dato: vi auguro buona Pasqua e buona Pasquetta e vi aspetto per la seconda parte dell'articolo!💖

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